La riabilitazione come strumento fondamentale che, oltre all’utilizzo dei farmaci, può alleviare la gravità dei sintomi della malattia di Parkinson. Lo dimostrano le ricerche scientifiche su questa grave patologia degenerativa e lo dimostra anche l’esperienza nella cura quotidiana dei malati.

Di questo si è discusso lunedì 27 novembre, nella nuova sala convegni “Alice Anderhub” dell’AIAS di Acireale, in occasione dell’iniziativa scientifica “La malattia di Parkinson, l’appropriatezza della cura e della riabilitazione, oggi”. Un evento di alto livello, che ha contato sulla presenza di illustri relatori, tra i principali esperti del Parkinson nel panorama nazionale e internazionale. Un evento scientifico e formativo, rivolto a medici e terapisti non solo dell’AIAS, che hanno potuto gratuitamente effettuare un approfondimento di alto valore tecnico sul Parkinson. “Questo per noi è il modo migliore per continuare a festeggiare i 50 anni dell’AIAS di Acireale – ha esordito il Presidente della Sezione, Armando Sorbello – Perché il Parkinson è una patologia molto diffusa che noi dell’AIAS trattiamo con impegno e competenza e abbiamo ritenuto utile diffondere informazioni scientifiche e formare gli operatori del territorio, con l’obiettivo ultimo di migliorare la qualità della vita dei pazienti”. “Oggi l’AIAS propone percorsi di riabilitazione specifici per questa patologia – ha proseguito Sorbello – E per il futuro potenzieremo gli interventi professionali e le nostre dotazioni tecnologiche, con strumentazioni robotiche e meccanotroniche”.

Un percorso ambizioso, dunque, che passa anche dalla formazione degli operatori. Al convegno di stamani nel Centro polifunzionale di via Lazzaretto erano presenti il Direttore generale dell’ASP di Catania Giuseppe Giammanco, il Direttore dell’Unità operativa handicap e riabilitazione dell’ASP Marco Ciriacono, il Direttore della Clinica neurologica di Catania Mario Zappia, Francesco Nicoletti, Presidente del Comitato tecnico-scientifico dell’AIAS Nazionale e già Direttore della Clinica neurologica di Catania, il Presidente del Comitato consultivo aziendale dell’ASP Luigi Anile. A portare un importante contributo anche Giuseppe Frazzitta, Direttore del Dipartimento di riabilitazione malattia di Parkinson e gravi cerebrolesioni dell’Ospedale “Moriggia-Pelascini” di Gravedona (Como) e Ioannis Ugo Isais, Responsabile del laboratorio Motor control e neuroimaging dell’University Hospital di Würzburg, in Germania.

“La riabilitazione è la prima cura nel Parkinson – sottolinea Frazzitta – L’avvento della Levodopa aveva fatto pensare che con i farmaci si potessero risolvere tutti i problemi ma purtroppo non è così. Grazie alla ricerca abbiamo più informazioni sulla malattia e abbiamo scoperto che il Parkinson non è dovuto solo alla disfunzione del sistema dopaminergico ma anche di altre vie neurotrasmettitoriali: proprio per questo negli ultimi anni la riabilitazione è divenuta sempre più importante, soprattutto quella intensiva, ed efficace nel rallentare i sintomi e la loro gravità”.

Sintomi progressivi, invalidanti e di vario tipo, che vanno da dolori alla spalla, ad un braccio o ad un piede, alla depressione (nel 40-45% dei casi), dal tremore non visibile che viene scambiato per stato ansioso ai disturbi dell’olfatto o del sonno. Da non tralasciare i sintomi motori, su cui si interviene a livello riabilitativo: tremori a riposo (che rappresenta il sintomo di esordio nel 70% dei casi), rigidità, instabilità posturale nelle fasi più avanzate.

“La diagnosi di malattia di Parkinson, pur immodificata da decenni, si è arricchita ultimamente di numerose tecniche di indagine strumentale che ne hanno meglio descritto la grande variabilità clinica, definita ora non più solo da segni motori ma anche da sintomi non-motori – ha spiegato Ioannis Ugo Isais – Molti di questi esami sono utili anche per una diagnosi precoce e per identificare pazienti a rischio di sviluppare complicanze motorie e non, come la demenza”. Dunque è importante la diagnosi, ma anche la “rete” territoriale in grado di garantire risposte efficaci nelle varie fasi di evoluzione della malattia e anche di questo si è discusso. “Un lavoro di gruppo che mette insieme i nostri neurologi, fisiatri, neuropsicologi, fisioterapisti e logopedisti e che si adatta al paziente e alle varie fasi della patologia – ha concluso il Presidente AIAS, Sorbello – Si tratta di un percorso riabilitativo che coinvolge anche i familiari e che ha come obiettivo il mantenimento della condizione psicofisica del paziente e la prevenzione di danni secondari quindi, in poche parole, il miglioramento della qualità di vita della persona”.

Al convegno, nelle sue varie sessioni, hanno preso parte anche Giuseppe Greco (Presidente della Consulta regionale sulla Sanità), Placido Bramanti (Direttore scientifico IRCCS “Bonino Pulejo” di Messina), Antonia Guarriera (Direttore sanitario AIAS Acireale), Andrea Supporta (Coordinatore regionale del Tribunale dei diritti del malato), Filippa Piazzese (Presidente AIFI Sicilia), e gli specialisti dell’AIAS acese Rita Grazia Giammona (Neurologo), Roberta Percolla (Fisioterapista), Giorgia Prestifilippo (Logopedista), Valentina La Magna (Assistente sociale), Alessia Scuderi (Psicologo).